Indice
L’Arsenale si trova a S. Martino nel Sestiere di Castello. Tra i vari significati dell’origine del nome riportiamo quello del Muratori che sembra più attinente e cioè darsena, parola di origine araba che indica il luogo dove si fabbricano e custodiscono le navi.
Le Origini
Fondato attorno al 1104 sotto il Doge Ordelafo Falier su due isole dette le Gemelle, venne ampliato e arricchito di continuo dal XIV al XVI sec. da nuove e sempre più adatte costruzioni chiamandosi via via Arsenale nuovo (1325), Arsenale nuovissimo (1473), Riparto delle Galeazze (1539), Canale delle Galeazze e Vasca (1564). Nel 1579 Antonio da Ponte ricostruiva la Casa del Canèvo, fondata già nel XIV sec.
E’ circondato e protetto da alte mura e da torri quadre con l’insegna del Leone di S. Marco. L’ingresso è protetto da una barriera avanzata, costruita nel 1682, con otto statue sormontanti i pilastrini, le quali figurano deità pagane e con quattro leoni, portati a Venezia dall’Attica da Francesco Morosini. La porta eretta nel 1460, fu trasformata nel 1688 in un grande portale, quasi un arco di trionfo, con emblemi e trofei guerreschi in onore del Morosini.
Il governo dell'Arsenale e gli Arsenalotti
Il governo dell’Arsenale era affidato a tre patrizi, eletti tra i membri del Maggior Consiglio, esperti in marineria detti Provveditori o Patroni all’Arsenale, ed erano chiamati patron in guardia, patron cassier e patron in banca; rimanevano in carica trentadue mesi ed abitavano in alloggi chiamati “Inferno” “Purgatorio” e “Paradiso”, come è ancor oggi testimoniato dalla toponomastica; a questi tre patrizi si aggiunsero, più tardi, altri due e poi ancora un terzo con il titolo di Sopra Provveditori all’Arsenal.
Il lavoro all’interno, era svolto dagli operai: gli Arsenalotti. Si cominciava ai rintocchi di una campanella che iniziava contemporaneamente al tocco della Marangona (la campana più grande di San Marco); gli Arsenalotti lavoravano fino al calar del sole con una interruzione di due ore per il pranzo. Non venivano quasi mai licenziati e mantenevano il loro posto anche nei momenti di calamità come peste, eccedenze di manodopera ecc. Godevano di privilegi istituzionali: erano addetti alla guardia della Zecca, del tesoro di S. Marco e tra gli altri, erano anche utilizzati nel servizio antincendio. All’interno dell’Arsenale c’era la scuola per i loro figli con insegnanti scelti.
Curiosità
Dante, che venne più volte a Venezia, conobbe e visitò l’Arsenale nel periodo della sua maggior potenza e tale fu l’impressione di poderosa attività che nell’”Inferno” (Canto XXI) così la descrisse:
Quale nell’Arzanà de’ Viniziani
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalpar li legni lor non sani,
che navicar non ponno; e’ n quella vece
chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa
le coste a quel che più viaggi fece;
Chi ribatte da proda, e chi da poppa,
altri fa remi, ed altri volge sarte:
Chi terzuolo, ed artimon rintoppa …
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